lunedì 25 gennaio 2010

PD: Partito Disastrato


"PD: Partito Disastrato". Così titolava, qualche giorno fa, il "Fatto Quotidiano", giornale di Padellaro, Travaglio, e compagnia. Una definizione che sarebbe azzeccatissima nel nostro ambito locale, se tutta la faccenda legata al PD nostrano non fosse di per sè così patetica da risultare insignificante ben al di là del suo essere questione di sperdutissima periferia.
Cerchiamo comunque di ripercorrere la breve (e triste) storia di una sigla che, presumibilmente, sarà quella utilizzata per infinocchiare ancora una volta gli andreolesi.
Gli auspici non erano dei migliori fin dai primissimi esordi. A dicembre 2004 la stampa locale dava notizia di un congresso DS a Sant'Andrea "controcorrente rispetto alle altre sezioni del comprensorio" con la vittoria della mozione Mussi (illustrata da Sergio Genco) su quella Fassino per 25 a 4. Tra gli amministratori, Maurizio lijoi e Pino Stillo venivano eletti, o riconfermati, per far parte, assieme allo stesso Genco, del direttivo ("Il Quotidiano", 24 dicembre 2004).
L'11 febbraio 2007, sul nuovo giornale "Antares", Giuseppe Ammendolia si poneva una serie di intelligenti domande, e manifestava una serie di dubbi, tra l'altro sul perché non si fosse "già incominciato a promuovere all'interno dei partiti il pieno coinvolgimento dei giovani e delle donne"...per concludere che "fin quando saranno solo i vertici dei partiti a concedere questo spazio difficilmente vedremo un cambiamento del modo di fare politica..."
Di passaggio, sempre su "Antares", il 4 aprile 2007, Alessandro Dominijanni titolava "Congresso DS: quale futuro?", e nel dare notizia dell'ultimo congresso DS andreolese (con la nuova vittoria "in controtendenza": Mussi-Fassino = 19-3) già intonava il de profundis al nascituro PD "che di sinistra e di socialista avrà poco o niente".
Il voto ripetuto in controtendenza, e tanti altri segnali di questo tipo, non erano certo dovuti a coincidenze o libere riflessioni. Tutto lascia pensare che i maggiorenti avessero già deciso le future strategie. Pino Commodari consegna al suo "Foglio di Militanza Comunista" del 23 aprile 2007 i suoi desiderata e il suo sollievo:



"Fortunatamente non ha goduto di grandi entusiasmi e adesioni...ciò lascia ben sperare per il futuro della stessa amministrazione comunale...scampato pericolo...ci stiamo attrezzando a mantenere, nel rinnovamento più radicale, l'attuale coalizione..."
A parte il lapsus del "rinnovamento più radicale", e quello che gli fa dire "coalizione" invece di "potere", il messaggio, e la strategia, sono chiari: chi venisse senza essere convinto del dogma dell'immacolata preziosità dell'amministrazione sarebbe un "destabilizzatore".
Assistiamo dunque, nei mesi seguenti, allo spostamento dei pezzi grossi dell'amministrazione in Sinistra Democratica. In questo periodo viene organizzato un incontro pubblico con Nuccio Iovene nella sala consiliare, ed è possibile vedere il sindaco di Sant'Andrea seduto in prima fila assieme al suo vice, in incontri che Sinistra Democratica tiene nel comprensorio e che vengono ripresi da TeleJonio.
Un quadro drammatico di questa situazione lo offre sempre Giuseppe Ammendolia, futuro segretario PD. Ancora su "Antares", il 24 giugno 2007, in un lungo articolo significativamente intitolato "in mezzo al guado" (nel riquadro) rendiconta che "la maggior parte degli iscritti ha aderito alla mozione Mussi e partecipato alla costituzione di...Sinistra Democratica. Il partito perde la parte più rappresentativa dei suoi componenti, cioè il segretario, molti dirigenti e tutti gli appartenenti all'amministrazione comunale.."

"Lo scenario - prosegue Ammendolia - poteva essere ancora più desolante  se alcuni esponenti del vecchio 'Correntone' non si fossero all'ultimo momento e inaspettatamente ricreduti..."
Cosa era successo? Semplicemente un "contrordine compagni". I grandi strateghi si accorgono che questo spostamento in massa verso un movimento all'inizio sopravvalutato, comporta una perdita di terreno, e rischia di lasciare troppo spazio a chi si ostina a ritenere che quella attuale sia una delle peggiori amministrazioni comunali della storia repubblicana. Inoltre, mentre il PD, fuori da Sant'Andrea ombelico del mondo, comincia a prendere forma per davvero, rischia di venir meno la sigla privilegiata per far finta di fare politica e buona politica. Così scatta, progressivo e disinvolto, l'ennesimo "contrordine compagni", simile a tanti già visti. Il sindaco, con la "scioltezza" che lo contraddistingue, tiene un comizio in piazza: si presenta come socio fondatore del PD della prima ora, e informa anzi che è lui che deciderà a chi sarà o non sarà consentito di entrare. I militonti che diffondono il verbo per strada vengono immediatamente indottrinati: di "equivoco", non di "contrordine", si tratta: Mussi non aveva spiegato che voleva fare una scissione! E che diamine, le scissioni non si fanno: extra ecclesiam nulla salus! La conclusione dell'articolo di Ammendolia, poi arruolato come segretario, ha il sapore di un triste presagio: "comunque vada sarà utile che il Partito democratico non venga considerato da qualcuno come terra di conquista...a scapito del nuovo corso...dovrà essere un partito plurale, con un nuovo modo di fare la politica caratterizzato da trasparenza e partecipazione dalla base, superando le ormai consolidate nomenclature di partito..."
Come finisce la storia? Basta leggere l'articolo apparso sulla "Gazzetta del Sud" il 23 gennaio scorso:


"senso di responsabilità", "gesto forte" per dare una "scossa", "condizioni per proseguire con 'maggiore serenità'", ecc. Insomma: peggio di Ciro Ferrara.
Per la "trasparenza", il "nuovo corso", il "nuovo modo di far politica", e il superamento delle "consolidate nomenclature", invece, aspettiamo la prossima volta!