venerdì 31 dicembre 2004

Seconde (e libere) "convocazioni"


Ad aprile 2002, il Presidente dei “Pignatari” Frustagli, avendo aderito ad un “comitato per la ricostruzione della pineta, pronto a...tutte le iniziative necessarie a smuovere questo incomprensibile silenzio da parte di coloro i quali avrebbero dovuto prima di altri, promuovere una campagna di sensibilizzazione e di impegno che coinvolgesse tutte le Istituzioni, Locali, Regionali e Nazionali”, organizzava un incontro con invito rivolto “in primo luogo ai cittadini e a quanti hanno responsabilità politiche e di governo”.
Il riferimento critico all’inerzia dell’amministrazione comunale era chiarissimo, e reso più esplicito dalla frase: “Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto!"
L'invito era datato 9 aprile, e l’incontro doveva tenersi in Pineta (a Villa Anna), domenica 21 aprile. Così veniva più volte annunciato da TeleJonio e riportato da alcuni organi di stampa.
Ma, a 24 ore dall’avvenimento, lo stesso presidente dei Pignatari distribuiva un secondo invito, a nome di un “Comitato provvisorio per la ricostruzione della pineta”, con il quale rinviava l’incontro al 28 aprile. Questa volta da tenersi nella Casa Comunale (e non più a Villa Anna), sotto il patrocinio dell’amministrazione (e non più dei “Pignatari”). 

Perché? Presto detto. Ufficialmente, per “sopravvenuti improrogabili impegni” del Presidente dei “Pignatari”, ma più semplicemente perché Maometto si era ovviamente incazzato, e si era deciso ad andare alla montagna...e con Maometto, si sa, non si scherza!

La verità dei fatti salta fuori dal confronto del tenore dei due inviti. Il primo, che accusa d’inerzia l’amministrazione comunale per i due anni passati senza risultati. Il secondo, che tenta di assolvere il Comune, per prendersela con gli organismi regionali o comunque, con altri.

L’amministrazione comunale precedente, che pure era agli sgoccioli del suo mandato, aveva incontrato più volte l’assessore regionale alla forestazione, fino a promuovere alla sua presenza, assieme alla Comunità Montana, un convegno sull’argomento in virtù del quale otteneva un finanziamento di 331 milioni delle vecchie lire (delibera G.R. n 3758 del 29 dicembre 1999). Aveva poi avviato le gare d’appalto relative alla vendita per 60 milioni di un bosco (falde dell’inferno) e per 15 milioni delle piante bruciate in pineta, i cui proventi avrebbe voluto impiegare proprio per avviare la ricostruzione della pineta stessa.
Questi programmi furono poi stravolti dalla nuova maggioranza, che decise di destinare questi soldi, provenienti da un bosco, a spese che con il bosco proprio nulla avevano a che fare (come il concerto di Radioitalia, per esempio).
Eppure, dopo altri due anni di assoluta inerzia e indifferenza, una volta risollevato il problema pineta, Primavera Andreolese pensò di togliersi dall'imbarazzo imponendo al presidente dei "Pignatari" questa retromarcia e un nuovo convegno che si risolse, come già avvenuto in altre occasioni, nella solita passerella di politicanti capaci di dare il "tono giusto" alla manifestazione.
Domenico Frustagli, dirà finalmente la verità con un'intervista a "Il Domani" del 31 dicembre 2004: “il sindaco ha sentito la necessità di farmi convocare d’urgenza in sezione, per intimarmi a scegliere se voglio continuare a fare il presidente dei Pignatari o fare politica, come se i Pignatari fossero di sua proprietà…”.

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