mercoledì 31 dicembre 2008

Cessate d'uccidere i morti...


"Cessate d'uccidere i morti..."
Se volessimo contestualizzare, cercare di capire cosa può significare, ormai, a Sant'Andrea, questo sconfinato verso di Ungaretti, avremmo bisogno di moltissimo tempo, e forza, e poi centinaia di pagine, e coraggio della verità. Ma sono ricerche (e crucci) che qualcuno, prima o poi, inseguirà dentro di sé. 

Così scriveva invece, ad agosto 2001, nella prefazione a "Faballino" di Varano e Vitale, il vicesindaco Stillo:

"[...] L'Amministrazione comunale ha deciso di farsi carico di tale problema [...] con la speranza di potere reperire, in un prossimo futuro, adeguate risorse finanziarie per recuperare i resti dei nostri antenati e dare loro una giusta sepoltura..."

Sono seguiti diversi solleciti, a quella promessa del 2001. Se li ricorderà chi li ha inoltrati. Già un anno dopo, su internet ("...la sostanziale condivisione dimostrata dall'amministrazione comunale... non può essere disgiunta da una coerente e concreta azione […] gradiremmo conoscere l'orientamento... tenendo presente che l'operazione riveste una particolare urgenza…), e poi nel 2008, sette anni dopo, per esempio sul blog Spiaggiadisantandrea.

Oggi, nove anni dopo, suggerirei, con inevitabile (e consapevole) ghigno triste, una possibilità che richiede un quarto d'ora, assolutamente a costo zero (ma con possibilità di speculazione, cioè di guadagno "politico", altrettanto prossima allo zero): dare giusta sistemazione ai resti sotto fotografati, che così "riposano" nella Chiesa di Campo:


Questi, del resto, chissà da dove cazzo venivano...non hanno nemmeno cognome e soprannome. Probabilmente non sono andreolesi doc.

Ma da Ungaretti eravamo partiti, e con Ungaretti concludiamo: l'erba è lieta, sicuramente, dove non passano certi uomini...

giovedì 16 ottobre 2008

Un utile..."ripasso"


Tra i 63 commenti a un articolo pubblicato il 6 ottobre 2008 sul celebre blog di Emanuele Codispoti (uno dei pochi strumenti di libera informazione, in questi anni di nicodemismo volgare) spiccava quello di Mario Monteverdi, di questo tenore:

[…] vorrei tornare su quanto scrive l'amico Luca, che, va detto per i lettori meno attenti, è presidente di Civitas mentre io sono iscritto a Rifondazione...
Io in parte ammiro e in parte diffido della capacità di Luca di avere certezze sul periodo che va dal commissariamento (1992) all'insediamento della giunta di Ciccio Cosentino (1995), passando per la breve giunta Stefanucci. Periodo in cui io ero poco interessato alla politica locale e cosi come credo anche Luca che nel 1992 se non erro aveva 14 anni di età e ovviamente 17 nel 1995. Evidentemente le sue convinzioni nascono da un attenta rilettura delle carte avvenuta, credo vada detto, nell'ambito di una sola parte politica.
Io, invece, che ho avuto la (s)fortuna di sentire sia la campana di sinistra, sia quella dell'amico Pasquale Cosentino (ex presidente di Civitas), di certezze sulla politica locale degli anni 90 non ne ho e infatti mi riferisco a quel periodo usando termini quali "mi pare che" o similari. Niente "verità storiche" per quanto mi riguarda e rileggendo quanto scrive Luca resto coi miei dubbi e mi (vi) pongo alcune domande:
Luca scrive: "un momento di estrema difficoltà economica dovuta all' incapacità amministrativa certificata dal commissariamento di coloro che in precedenza erano stati al governo... del comune"
Ebbene, il commissariamento del comune nel 92 non è avvenuto per incapacità degli amministratori ma per infiltrazioni mafiose che poi si rivelarono una bufala e tutti furono prosciolti.
Non mi pare che i comuni possano essere commissariati se c'è una incapacità amministrativa, semmai, ove fosse, tocca ai cittadini giudicare gli amministratori e la loro parte politica non rieleggendoli, o sbaglio?
Ma dando per buona l'idea di Luca che gli amministratori e la loro parte politica (DS o all'epoca PDS ex PCI) fossero incapaci e portarono il paese alle difficoltà dell'epoca (disastro direbbe Luca), mentre invece l'amministrazione di Ciccio Cosentino l'avrebbe risanato, allora mi (vi) pongo altre domande:
Quando si insediò la giunta Cosentino (giugno 1995) quanti soldi c'erano nelle casse comunali? a sentire i fan di quella giunta non c'era un soldo anzi eravamo sotto, invece secondo altri i soldi c'erano e bisognava programmare come spenderli. Qualcuno, carta alla mano, mi sa dire come si chiuse il consuntivo 1995?
E poi, aldilà della domanda tecnica precedente ne pongo altre più politiche:
La candidatura di Ciccio Cosentino non nacque dall'accordo degli ex Dc proprio con quei DS che avevano (secondo Luca) portato il paese al disastro?
Il principale partito che sosteneva la giunta di Ciccio Cosentino non erano proprio quei DS?
Come mai il sindaco (Ds) che fu commissariato nel 92 entrò nella lista di Ciccio Cosentino nel 95 e ricoprì il ruolo di Vice Sindaco fino al 2000? Non era uno dei responsabili del disastro secondo Luca?
Un assessore dei più importanti (al bilancio mi pare) della giunta di Ciccio Cosentino, all'epoca non era esponente di spicco proprio di quei DS responsabile del disastro sempre secondo Luca?
Come mai, secondo voi, i DS prima del 95 erano mangiatori di bambini, mentre quando sostenevano Ciccio Cosentino ci si andava a mangiare insieme in "caseddhe" e "catoi", e poi quando hanno rotto con Ciccio Cosentino sono tornati ad essere mangiatori di bambini?
Sinceramente le risposte non le so e credo sfuggano anche a Luca come a chiunque quelle cose non le abbia vissute di persona, posso supporre che alla sfera politica si sia sovrapposta quella personale dei rancori in entrambe le parti, e quando entra in ballo la questione personale si perde del tutto l'obiettività già scarsa tra chi fa politica.
In ogni caso le domande di cui sopra me (ve) le pongo comunque e per tornare a Luca che indica la luna e io vedo solo il dito, rispondo che quando un tale, fosse anche un amico come Luca oppure un compagno di partito, mi indica la luna in questioni di politica (o anche di soldi:)), io non guardo ne la luna ne il dito e addirittura neanche il tale il cui dito indica (o dice di indicare) la luna, bensì mi chiedo per quale scopo e che interessi abbia quel tale che mi sta indicando la luna...
(Mario Monteverdi, 15 Ottobre 2008)
Questa che segue è la mia lunga risposta, pubblicata il giorno seguente:


Carissimo Mario,

rieccoci qui a perdere tempo per ripetere cose che tu – te lo dico, come sai, senza nessuna acredine – farai finta, come sempre, di non sentire e di non capire, per ritornare da domani a ripetere una filastrocca che è sempre quella “ufficiale”, quella “vincente”, quella che furia di essere ripetuta, e ad ogni buon conto, stalinianamente finirà anche per essere creduta. Quella che anche a te, che giustamente ti presenti come uomo del dubbio ma trasudi convincimenti mai documentati, hanno consegnato. Negli anni 90 sei stato fuori e non ti sei interessato, ma, oggi, se anche ti mostrassimo tutti i documenti del mondo, più evidenti ed eloquenti di qualsiasi velleità di interpretazione, torneresti sempre, come si dice da queste parti, “a coppe”. E’ una necessità, non tua, ma del sistema. “O’ sistema”, direbbe Saviano, che nel 1992 se non erro aveva 13 anni di età eppure si concede il lusso di una libera (e liberante) analisi di certi meccanismi.

Lo dico per esperienza di tante conversazioni passate, ma lo deduco anche da come parli della “verità storica” e delle “carte”, le quali, a mio avviso, non possono aumentare o diminuire il loro coefficiente probatorio a seconda di dove sono lette. O sono apocrife, o hanno natura di prova documentale. Poi ognuno si documenta, se lo ritiene importante, o se fiuta il pericolo della disinformazione, dove, quando e come meglio crede, ma è perfettamente inutile che, se una carta “canta”, il villan dorma, o faccia finta di dormire, o si impermalisca per la canzone.

Il fatto che poi tu definisca “di sinistra” la “campana” alternativa a quella di Civitas è già indizio di un approccio dogmatico e ostinato, perché sai benissimo che Civitas ha raccolto al suo interno (e ci sarà un perché politico) persone di diversissimo orientamento, mentre i valori della sinistra (il disinteresse? La giustizia? Il coraggio della verità?) sono tutti da dimostrare se riferiti a tanti pretoriani dell’attuale maggioranza. Anzi, credo, se non ti dispiace, che il problema sia esattamente questo: il non voler accettare, da parte di persone come te, il fatto che essere di sinistra non può significare, solo perché si risiede a sant’Andrea, dover necessariamente prendere per buone le continue prese per il culo che questa caricatura di dirigenza sinistroide paesana di volta in volta impone o propone, in nome di un’etichetta “post-it”. E io, che non accetto di dover ricevere la patente di sinistra da gente che può guadagnare con poltrone politiche, istituzionali o di partito, 10/15 mila euro al mese, ci metto venti secondi a farti un elenco di “compagni” ex fascisti, ex postfascisti, ex berlusconiani ed ex predicatori anticomunisti. E te lo faccio, naturalmente, con nomi, cognomi, e riferimenti precisi, perché si tratta di cambiamenti persino leciti, ma di interesse collettivo, e la questione non è personale ma pubblica, almeno nella misura in cui si tratta di decidere quanto e cosa il volgo e i militanti devono scambiare per oro colato.

A ciò si collega il discorso su Frustagli e su Pietro Aloisio, ripetuto ancora, come una litania, quando mille volte abbiamo dimostrato che è argomentazione di nessun valore, non fosse altro perché è facilmente ribaltabile: da un altro punto di vista sono entrambi valorosi compagni “doc”, se e fin quando rispondono “signorsì”. Analogamente, e per la stessa logica, per un giudizio sul PCI-PDS-DS (sul nome futuro aspettiamo…chiarimenti), e su come questo giudizio è cambiato e “cangiante”, tu, “iscritto a Rifondazione” non hai che da rileggerti le vecchie annate del “Foglio di militanza comunista”. Io stesso posso inoltre, se vuoi, accompagnarti da diversi notabili di oggi e di ieri, per vedere se ritrattano le irripetibili sentenze dell’altroieri. Estremamente interessante potrebbe essere, poi, un’analisi più approfondita di quella che tu definisci “la rottura” con Ciccio Cosentino, per verificare quanto essa abbia a che fare con la riduzione, in quegli anni, delle “prerogative” di quelle che secondo me sono le tre “caste” (preti, politicanti e ingegneri) che hanno le mani su questo paese. Partendo magari dalla constatazione che, nell’ultimo quarto di secolo, tutti i sindaci DS (dico così per brevità), o sostenuti dai DS, o diventati velocemente DS, sono, ad eccezione proprio della breve parentesi Frustagli e Cosentino, tutti ingegneri civili.

Ma torniamo al punto. “Il commissariamento del comune nel 92 – tu scrivi – non è avvenuto per incapacità degli amministratori ma per infiltrazioni mafiose che poi si rivelarono una bufala e tutti furono prosciolti…” (e risarciti, aggiungo io). Senz’altro. Di fatto seguì però un dissesto finanziario (che significa “disastro” e non “difficoltà”), e che è la massima espressione del fallimento di un’amministrazione, dichiarato con Delibera di C.C. n. 42 del luglio 1991. Ancora altre motivazioni (tutte interessanti da indagare) avevano comunque avuto la caduta del Consiglio quando Samà passò la mano a Frustagli, e poi l’altro commissariamento seguito alla fuga della giunta Stefanucci, la cui compagine tenne per 18 mesi il paese in una situazione di inerzia e di stallo molto simile a quella attuale (la differenza è che il tuo partito allora prese alcune posizioni pubblicamente, mentre oggi le vere lettere di sfiducia vengono democraticamente inviate per posta più che riservata, affinché il volgo profano non abbia a sconfortarsi). La giunta Cosentino si insediò a dicembre, e non a “giugno” del 1995, e se soldi c’erano in cassa (in attesa che dalle tue parti si faccia chiarezza su come si deve giudicare un avanzo di amministrazione), questi emersero semmai dopo un anno, dal consuntivo del 96. Quanti fossero questi soldi abbandonati all’attivo, esaminati in doppia colonna per esempio con annate intere di acqua da pagare alla Regione, con i contributi non versati a quel personale oggi così ossequioso, con le mille spese legali da sostenere, e con una miriade di altri debiti piccoli e grandi semplicemente fino ad allora ignorati, è cosa che non dovrebbe essere difficile determinare con esattezza. Ma su questo torneremo. Voglio darti altri dati sul dissesto: debito complessivo £ 2.504.000.000; mutuo per il comune: £ 2.885.248.614; quota di bilancio ceduta: £ 454.450.220; ulteriori spese legali £ 100.000.000 (tra cui quelle per il rimborso delle spese sostenute dai consiglieri dello scioglimento per la loro difesa in giudizio); chiusura del dissesto: novembre 1999.


Ma c’è anche altro da considerare, come l’incredibile e colpevole non inserimento di tutta una serie di debiti precedenti nella delibera 42/91, e soprattutto le allucinanti storie dell’area Jannoni e dell’area 167, che ebbero per protagonista principale – assieme al Sindaco Samà – l’allora ministro delle finanze paesane Pino Commodari (che non ha mai avuto problemi di esser giudicato – come dici tu – dagli elettori, perché se non lo eleggono ha dimostrato di sapersi eleggere da solo), responsabile di aver lasciato dormire le carte nei suoi cassetti tutto il tempo necessario a far scadere i termini e perdere l’occasione di chiudere la pendenza a totale carico dello stato. Un danno da poco, a occhio e croce di un miliardo e 300 milioni delle vecchie lire. Che furono pagate, assieme a tante altre, da chi secondo noi non “avrebbe”, ma “ha” risanato questo paese. Questa storia (da noi di Civitas già illustrata con riproduzione dei documenti originali in Parrasuni 24.01.03 pagg.6 e seguenti) io te la ripeto sempre volentieri, e facendo, come al solito, nomi e cognomi, trattandosi di questioni di pubblico interesse, delle nostre tasche, del nostro futuro, e della nostra intelligenza. La storiella dei “rancori”, delle “questioni personali”, delle “strumentalizzazioni”, tirata pateticamente in ballo ogniqualvolta si rompe il silenzio d’ordinanza, non attacca. Perché, come ti ho spiegato mille volte, un conto è non colpire la sfera privata di nessuno, un altro conto è accettare che quattro feudatari con accozzaglia di seguaci obbedienti e organizzati (quasi mai in buona fede) pretendano di dettare e di scrivere – come stanno da sempre tentando di fare – la storia di questo paese. Fortuna che dalle nostre parti la mafia (non la mafiosità, non la mentalità mafiosa) sia una “bufala”. Diversamente, se volessimo contrastarla, ci accuserebbero di avere una questione personale con i boss.

A tutto questo il gruppo di Civitas continuerà a dire di no. E lo faremo, come tutti sanno, con i nostri tempi e i nostri modi. Altri “scopi” o “interessi” ci sembrano difficili da individuare anche perché non stiamo ricoprendo (cosa che ci avete anche rinfacciato) cariche pubbliche. Se avessimo buoni scopi, del resto, sarebbe inutile e sciocco ostinarsi a rimanere in partibus infidelium. Sugli scopi e sugli interessi di tanti altri, invece, credo che tu abbia ancora parecchie coraggiose domande da farti.

Ma voglio lasciarti con una proposta. Andiamo io e te al Comune e chiediamo le due delibere e ogni altra carta che riguarda il dissesto, le copie di tutti i bilanci, le determine di spesa, le delibere e ogni altro documento utile di questi anni. Chiudiamoci in una stanza e studiamo il chi, il quando, il come, il perché, del dissesto. Chiediamo la consulenza di un esperto. Poi rendiamo pubbliche le conclusioni. E se qualcosa rimane ancora oscuro, se resiste qualche rata incomprensibile, per esempio, o qualche determina strana, se rimane il dubbio di qualche responsabilità individuale non sufficientemente accertata, magari per un eccesso, come direbbe Totò, di “democrazia cristiana”, andiamo insieme alla magistratura contabile e a quella ordinaria, a chiedere di fare luce. Io non ho paura di quelle stanze, ho già tre procedimenti penali in corso, e, per il momento, me li pago da solo.

Al di fuori di questa possibilità, Mario, restano le chiacchiere. Inutili, nella migliore delle ipotesi.

Per tutto il resto, io, in un paese con concreti e reali problemi di lavoro e di futuro, non credo nel volontariato. Non credo nelle onlus, non credo nelle pro loco, non credo nelle associazioni, con o senza tuta, non credo nei cori, non credo nei circoli, non credo nelle parrocchie, nei concerti, nei buoni sentimenti, nelle feste, e nelle tradizioni. Non credo, in generale, nelle manifestazioni e nelle parate. Non ci credevo nel 1999, quando per ordini superiori nessuno era disposto a far niente, meno che mai ci credo adesso. Più in generale, al di là della vostra giornata ecologica, non credo che l’elemento volontaristico abbia a che fare con la solidarietà. Non credo in tutte quelle iniziative che restituiscono un tornaconto psicologico, e qualche volta anche monetario. Non credo che distribuendo risorse e contributi un’amministrazione debba rifarsi il trucco ed acquistare clientes. Pretendo di essere amministrato in una cornice di diritto, con efficienza, equità e giustizia. Non mi piace quando si viene arruolati per fare la supplenza a istituzioni locali che boccheggiano, sorde, cieche e inefficienti, e non mi piace il bigottismo con cui si rampogna chi non vuole arruolarsi. Sono capace di accorgermi che questo viene fatto soprattutto in determinati momenti, e secondo modalità non condivise. Convintissimo di questa scelta non faccio calcoli, e non mi piace nominare il nome di Dio, e quello della cultura, invano.

Ma il tema principale era l’ecologia. E il boccone più indigesto del mio precedente intervento era l’uliveto, le migliaia di ulivi secolari distrutti, a Taverna e Unusa. Con prossima lottizzazione in arrivo. Però su questo tutti hanno glissato. Secondo una consegna, di tombale silenzio, che è la stessa per cui uno dei Pignari, temendo di essere “strumentalizzato”, ha deciso di suicidarsi.
Cordialmente,
Pasquale Cosentino

domenica 31 agosto 2008

Il vicesindaco cambia macchina, non abitudini

 
Siamo ad agosto. Piazza Castello è deserta. Nemmeno nelle prime ore del mattino è permesso parcheggiare. Il proprietario delle due autovetture immortalate (in anni diversi) nelle foto gode evidentemente di una dispensa speciale. Non espone permessi sul parabrezza: da queste parti certe sottigliezze sono inutili, nè avrebbe comunque senso che li avesse: infatti è un medico, ma non sta operando un pronto soccorso o intervenendo in un'emergenza. Ha semplicemente aperto il suo studio, cioè si è recato a lavoro, come tutti gli altri comuni mortali che hanno a che fare con questa piazza. Inoltre, se possono arrivare fin qui a piedi i suoi (spesso anziani) pazienti, di sicuro, più agevolmente, può farlo anche lui.
Quale ragione può esserci, allora, nel non voler fare, nelle dolci mattinate agostane, due passi in tranquillità, e nel voler ostentare tanta sgradevole deroga, considerato che in tutti i paesi civili, i primi a rispettare le regole sono proprio coloro che le scrivono? 
A mio parere, questa scena che si ripete, finisce per essere un fortissimo segnale, simbolico, politico. Tutti la vedono, la considerano ormai normale, e tutti capiscono quello che devono capire: che la legge non è esattamente uguale per tutti. Che alcuni la scrivono e altri la osservano. Che a volte si applica e altre si interpreta. Che - come diceva Onofrio del Grillo - io sò Marchese, e voi non siete un cazzo!


martedì 1 aprile 2008

Barzellette...interpoderali



Programma Opere Pubbliche 2002-2004:




Programma Opere Pubbliche 2007-2009:
  


"Pastiticò", "Maddalena-Campo", "Malarra-Tralò"...questa non è semplice dappocaggine e inattività amministrativa. Questa è incapacità assoluta di qualsiasi programmazione, è mancanza persino della voglia di inventarsi almeno qualcosa di nuovo da scrivere ogni tanto sulle carte. Siamo ben oltre la strafottenza e il malgoverno: siamo alla barzelletta, la stessa barzelletta raccontata per dieci anni.
Solo che non ride più nessuno.

venerdì 21 marzo 2008

Bagdad e dintorni...


Il 14 marzo 2008 comparve sul blog http:/miku63.spaces.live.com un intervento anonimo che prendeva di mira, tra gli altri, anche il vicesindaco di Sant’Andrea Pino Stillo. L’intervento, pur non risultando firmato con nome e cognome, riportava una sorta di traccia elettronica (http://cid-93d7b155f8c115be.spaces.live.com/) che rendeva possibile una sicura attribuzione.

Nonostante ciò il vicesindaco, dopo aver risposto con il primo intervento sotto riportato, e mostrato di conoscere il nome del responsabile della missiva, scelse più tardi, su un altro blog (http://spiaggiadisantandrea.spaces.live.com), di indicare quale vero autore il sottoscritto. Inequivocabilmente, anche se ingegnandosi in una specie di gioco linguistico che utilizzava, accanto al mio nome di persona virgolettato, anche (circostanza ancora più pericolosa e grave) il nome della mia attività lavorativa, il “Bagdad Café”, più volte oggetto di iniziative persecutorie, pressioni e atti intimidatori tutti regolarmente denunciati. Il riferimento era così chiaro che tutti capirono quello che dovevano capire.

Questi sono i testi originali, con la discussione che ne scaturì:

1. Pino Stillo, 14 marzo 20.40
Caro sconosciuto(nessun nome), non tanto visto quello che scrivi!!!,
il sottoscritto è abituato a parlare a tu per tu con tutti ed ad esternare le proprie opinioni senza nascondersi dietro l'anonimato come fai tu e "dalla parte del torto". Quello che è il mio pensiero in merito alla Pro loco, quella che tu e il tuo amico "dalla parte del torto" con grande coraggio chiamate "Circolo del pensateci un pò voi", lo ho espresso apertamente nelle sedi opportune senza personalismi.
L'astio che emerge nei miei confronti non ha modo d'essere e non capisco per quale motivo è saltato fuori questo rigurgito di veleno verso il sottoscritto( guarda caso alla vigilia di un appuntamento elettorale!!!). Mi dispiace dover dialogare con uno che offende celandosi dietro l'anonimato e che è talmente vigliacco da farlo magari dopo che davanti a me si finge un amico!!!
Quanto al premio Lo Cascio è una manifestazione di cui vado fiero ( visto che ti piace navigare in internet clicca Giorgio Lo Cascio sul motore di ricerca e ne capirai l'importanza, ma siccome tu sei della materia questo lo sai già!!!). Continuate pure a dialogare tra favolieri, ma non trascinate nella polemica chi ha deciso di starne fuori. Chi ha qualcosa da dirmi prenda il coraggio( se non lo ha se lo faccia prestare...) e venga a dirmelo in faccia da uomo o da donna che sia...
Visto che citi il dott. Gelso, sappi che per me è stato un onore collaborare, senza compensi( come ho fatto da medico dell'andreolese e come faccio ora da medico del Soverato), per un film sulla Monachella di San Bruno.
Quanto alla mia esistenza mi disturbano solo le vigliaccate anonime, come la tua, sia nel passato che nel presente, perchè ho una famiglia tranquilla e felice anche se qualcuno cerca sempre di minarla con lettere e denunce anonime.
Non mi aspetto ovviamente la solidarietà di nessuno perchè sono abitauto da sempre a vivere con questi attacchi anonimi da quando ho cercato di dare il mio contributo( magari senza riuscirci) al paese attraverso il mio impegno amministrativo. comunque se hai pazienza di aspettare altri due anni vedrai che non sentirai più parlare di me come amministratore.
Comunque buona pasqua a te ed ai frequentatori anonimi dei vari Blog andreolesi!!!
Uno che si firma con nome e cognome
Dottore Pino Stillo
laureato in Medicina e chirurgia
Specialista in Medicina del Lavoro
Master di II livello In "Valutazione del danno alla persona"
Medico Federazione Sportiva Italiana
Ispettore Medico Antidoping
Vice Sindaco Comune di Sant'Andrea( ancora per DUE ANNI!!!)

2. Emanuele, 15 marzo
...e la musica non cambia!
Poche righe, per esprimere piena solidarietà al vice sindaco Dott. Pino Stillo per l’inutile e quantomeno privo di significato attacco anonimo rivolto alla sua persona.
Purtroppo nel nostro paese c’è ancora chi predilige questi metodi... chi preferisce offendere nascondendosi dietro l’anonimato piuttosto che metterci la faccia e confrontarsi civilmente

3. Pino Stillo, 15 marzo 11.37
Ciao Emanuele,
grazie per la tua solidarietà.
Questo sconosciuto denigratore fin dal 2000, attraverso lettere e denunce anonime cerca di colpirmi negli affetti e nella professione( la sua meschinità lo ha portato, assieme ai suoi “pochi” amici a convincere alcune persone a cambiare il medico di fiducia per motivi politici!!!)
Evidentemente queste sue azioni meschine lo aiutano a consolarsi del suo totale fallimento come uomo e come politico.
Andiamo avanti… il cielo è blù sopra Bagdad, anche se dentro…
Grazie ancora ed auguri per una serena settimana “pasquale”.
Ciao
Pino Stillo


4. Emanuele, 17 marzo 20.37
Caro Pino,
innanzitutto scusa se ti do del "tu". Vorrei solo aggiungere le mie personalissime considerazioni sulla vicenda, con la speranza, se possibile, di fare un po' di chiarezza sull'accaduto.
Da persona pensante quale mi ritengo, ho capito subito a chi fai riferimento nel commento che mi hai lasciato, come avevo capito subito che il commento anonimo sul bolg di Domenico attaccava te. Non è mia intenzione prendere le parti di nessuno, ma permettimi di dire che la persona a cui fai riferimento non ha mai avuto in passato nessun problema ad usare nome e cognome e non vedo perchè avrebbe dovuto farlo ora. Ho trovato molto più azzeccata la tua replica a caldo di venerdì sera. Sai, a volte, la prima impressione è quella che conta.... e non sempre la notte porta consiglio.
Ad ogni modo non dovrebbe essere difficile risalire a chi ha lasciato quel commento, tra l’altro in maniera molto maldestra, visto che compare l'indirizzo di uno spaces!
5. Luca, 18 marzo 14.18
Caro Emanuele, sottoscrivo le tue considerazioni, e mi permetto di aggiungere che secondo me, fare "velate" insinuazioni riguardo la presunta identità dell' autore di un messaggio anonimo, in modo da renderlo inequivocabilmente riconoscibile agli occhi di chiunque, senza ovviamente poterlo provare, e contraddicendosi in modo palese rispetto alle conclusioni cui si era giunti solo la sera prima ( vedi commento del dott Stillo sul blog di Domenico), oltre che frutto di una notturna riflessione poco meditata, mi sembra comunque un modo deprecabile di difendersi " spararando nel mucchio" al solo fine di additare pubblici "presunti amici" nonchè pubblici nemici. Spero sinceramente per il futuro, che vengano meno, i vigliacchi messaggi anonimi....ma anche le subdole ed infondate insinuazioni
6. Pino Stillo, 18 marzo 21.28
Un chiarimento per evitare inutili polemiche:
nei miei commenti relativi all’invettiva anonima nei miei confronti non c’era il riferimento a persone precise come invece, forse, qualcuno avrà pensato. Bagdad( era inteso solo come città) è un luogo di battaglie e di lotte intestine ed il riferimento era perché anche S.Andrea, purtroppo, è un paese di lotte tra persone che la pensano in modo diverso e che invece di confrontarsi civilmente preferiscono pugnalare alle spalle, magari fingendosi pure amici.
Io non so chi sia questo sconosciuto…certamente ho qualche idea, ma la tengo per me e comunque non avevo intenzione di riferirmi, con il mio secondo intervento, a chi avete pensato tu e Luca.
Oltretutto non necessariamente deve trattarsi di un uomo…!
Grazie di nuovo e speriamo che in futuro si possa scrivere di cose serie nell'interesse del paese in cui viviamo.
Pino Stillo

7. Pasquale Cosentino, 21 marzo 14.41
Mi dispiace, ma non ci posso stare. Dapprima il sig. Pino Stillo lancia il sasso verso di me nascondendo vergognosamente la mano, e mi chiama in causa nonostante io, già da qualche tempo, me ne stessi, disgustato dal pollaio politicante paesano, a sonnecchiare come un cane al sole che proverbialmente non è saggio stuzzicare. Subito dopo, messo al corrente di aver fatto l'ennesima figuraccia, pretende di aggiungere al danno la beffa.
Si ostina infatti ad usare un linguaggio (e un atteggiamento) infantile e allusivo, adoperando il grassetto mentre chiosa sull'identità dell'anonimo "che non deve essere necessariamente un uomo". E pretende di cavarsela asserendo che il riferimento - comunque irresponsabile e carognesco - è a Bagdad “come città”, tralasciando di menzionare le virgolette con cui ha vigliaccamente evidenziato il mio nome.
Perciò potremmo e dovremmo, a parer suo, star giocondi, in giorni di confronte e di cuzzupe, e chiudere ancora una volta occhi ed orecchie, lasciando a quelli come lui il gusto di dirigere la commedia a piacimento, stabilendo quando la polemica si può fare e quando invece risulta "inutile", magari in nome di quel surrogato di "pace" e di quella caricatura di "confronto civile" che dalle nostre parti (non mi stanco di ripeterlo) i furbi hanno sempre infine cercato come garanzia di poter fare, nel silenzio dei più, i propri porci comodi.
Mentre il primo vero “interesse del paese” è sapere cos’hanno in testa, e cos’hanno in tasca, coloro che da decenni pretendono di prendersi cura del nostro destino. E mentre ci sono, purtroppo - non posso non rivendicarlo - in un paese sostanzialmente sottomesso, anche quelli come me, che non mi sono mai tirato indietro, e tutte le volte che ho visto che bisognava parlare ho parlato chiaro (anche su cose da sempre considerate tabù, mai affrontate prima, mai ad alta voce), sempre con la mia faccia, sempre senza pseudonimi o trucchi, spesso per iscritto, a futura memoria, col mio nome e cognome. Senza fare calcoli di schifosa convenienza, e senza frenare nemmeno, come vorrebbe una delle tante abitudini malate di questo posto, allorché mi hanno fatto smettere di vendere libri e ho cominciato, per conto mio, a vendere caffé. Al punto che il mio bar, spazio libero, laico, femminista, e pulito, giunto ormai al suo quinto anno di vita, è diventato un villaggio di Asterix, un'ossessione per i baroni ed un potenziale cattivo esempio per chi dei baroni ha ancora, incredibilmente, paura.
Detto questo, tanto per fare ancora una volta la mia parte, rilevo volentieri alcune questioni che meritano di essere approfondite senza passare troppo in fretta in archivio, come vorrebbe forse lo stesso Stillo che incautamente le solleva.
La prima è il nesso tra lavoro e politica, che emerge allorché Stillo pretende di presentare se stesso non come uno che si è servito della politica, ma come uno che l'ha subita, patendo diverse presunte ostilità. Gli domando: si ricorda di quando esplicitava a chi, disoccupato ma non allineato, sentiva di esser trattato secondo criteri non equi, che gli incarichi si danno o non si danno "per motivi politici"? Ricorda l'elenco degli incarichi professionali, pubblicato, per mia volontà e sotto la mia responsabilità, sul giornalino di Civitas il 27.08.2002 a pag. 12? E Bagdad è solo una città oppure in questo paese è prima di tutto un posto di lavoro? Chi ha insegnato, e con quali metodi, e a quale scopo, alla maggior parte degli andreolesi, che con i maggiorenti, o con quelli che si credono tali, bisogna essere avveduti e accondiscendenti, perché tra il tacere e il parlare, tra l'adeguarsi e il dissentire, tra il collaborare e il contrariare passa la linea che separa l'essere favoriti dall'essere ostacolati e boicottati?
La seconda questione, riguarda, più in particolare, il rapporto tra la sua professione di medico e l’attività politica, che è anche questione di interesse pubblico, e che lui stesso dovrebbe avere, a questo punto, il coraggio di illustrare per intero, dalle origini, quando già visitava a Sant'Andrea essendo titolare altrove, fino ai giorni nostri, passando per l'indisponibilità a intervenire, come vicesindaco, per risolvere, con l'affitto dell'ambulatorio (che sempre era stato affittato ed oggi ancora è affittato), un problema non tanto dell'altro medico di base (suo fratello secondo il giuramento di Ippocrate) quanto dei suoi pazienti più anziani. Altre domande: ha mai inviato raccomandate con avviso di ricevimento per ricusare qualche suo assistito "per motivi politici"? E’ informato (e disposto nel caso a fare doverosamente nomi e cognomi) sull’esistenza di qualcuno, tra i pazienti di chicchessia, in qualche modo indotto o costretto a fare la scelta del medico valutando presunte opportunità "politiche"? Cosa pensa della particolare delicatezza di certi ambiti, e della necessità di prendere tutti gli accorgimenti necessari perché, soprattutto in un piccolo paese, le persone più anziane o quelle più semplici e indifese non abbiano a correre il rischio di sentirsi in qualche modo “obbligate”? Più in generale, conosce, pensa, e vuol dire qualcosa su realtà in questo territorio nelle quali l’intreccio tra sanità e politica è diventato troppo stretto, pericolosamente stretto? Ha Pino Stillo la forza d'animo per parlare di queste cose, nella misura in cui sono connesse al suo ruolo pubblico, o pensa di poter giocare solo con il mio di lavoro, magari menzionando Bagdad col puerile pretesto di fare un po' di geografia?
La terza questione è quella del prezioso contributo, offerto ancora una volta sia da chi lo ha punzecchiato in modo anonimo sia da Stillo stesso quale amministratore con delega alla cultura (incarico presumo almeno questo non gratuito), perché anche la piazza virtuale andreolese (evidentemente sottoposta a monitoraggio continuo, come tutto il resto) diventasse, al di là delle intenzioni dei suoi curatori e creatori, esattamente come quella reale: un territorio squallido, da utilizzare per i propri scopi di disinformazione e propaganda, utilissima per nascondersi, confondersi e confondere, cianciare, incensarsi, recapitare vili messaggi trasversali. Fingendo oltretutto, perché la perversione sia completa, di invocare coraggio, lealtà e trasparenza.
Ma fin qui niente di nuovo. Nuovo è invece l'annuncio (di cui prendiamo fin d'ora, ad ogni buon conto, diligentemente nota) che Stillo fa del proprio ritiro dalla politica locale, reso, con due anni di anticipo, senza considerare che quando questo straziante commiato si consumerà, dopo 22 (ventidue) anni, avendo egli attraversato cinque sindacature, un dissesto, e almeno sei formazioni politiche diverse, di destra e di sinistra, proclamando e sostenendo tutto, e poi di tutto il contrario, sarà suo dovere presentare al popolo un bilancio conclusivo di tanta attività, e non potrà che essere un bilancio senza trucchi. Dovrà egli finalmente spiegare come ha trovato il paese nel 1988 e come lo starà lasciando nel 2010, quali sono i passi in avanti o quelli indietro che questo paese avrà fatto sul piano demografico, sociale, del lavoro, della previdenza, dello sviluppo, dell'ammodernamento dei servizi, della scuola, della crescita, della forza e freschezza delle idee, della speranza di futuro, dei diritti civili, della dignità e delle opportunità per le donne, della laicità. Dovrà illustrare la gestione di incarichi, contributi, assunzioni definitive, lavori temporanei, nomine, permute, concessioni, assegnazioni, gratifiche, incentivi, progetti, convenzioni, finanziamenti pubblici, patrocini, associazioni, e quant’altro. E lo farà naturalmente carte alla mano, senza pretendere di essere creduto honoris causa. Dovrà spiegare se vi saranno ancora caste, se i pensionati e gli operai staranno meglio o peggio dei medici, dei preti, degli affaristi, degli architetti e degli ingegneri, se si sarà concepito o programmato qualcosa per tutti e non solo per alcuni, se si potrà ancora essere commercianti solo per lavoro e non anche commercianti nell'anima, se gli strati più umili della popolazione saranno più lontani o più vicini alla responsabilità e alla consapevolezza, se ci sarà più o meno legalità, più o meno trasparenza, più o meno onestà intellettuale e pratica, maggiore o minore coscienza della propria dignità, se sarà più facile e più automatico essere onesti piuttosto che furbi, limpidi piuttosto che ambigui, sperimentatori piuttosto che ripetitori. E dovrà spiegare con quali azioni concrete, con quali comportamenti vissuti, al di là dei proclami, delle ostentazioni masturbatorie, delle omelie arroganti, delle bagattelle tradizionali ammuffite e miserabili, lui, con i suoi numerosi titoli accademici, avrà contribuito a quei risultati. Forse riuscirà ad accontentare i soliti servi della gleba con storielle di concerti, di processioni e di pro loco. Qualcuno di quelli che hanno sempre, e volentieri, il cappello in mano. Ma io scommetto di esserci ancora, tra due anni, per porre, col mio nome e cognome, le domande che ossessionano.
Fin qui il ragionamento politico, da cittadino. Altra cosa è invece la possibilità, che lo invito a cogliere, di tornare decorosamente sui suoi passi, non con una finta rettifica, ma chiedendo alla Polizia Postale di decifrare quell'indirizzo per far piena luce sull'intera natura di questo giochetto volgare, e poi rendere quell'indirizzo pubblico, porgendo a me le sue scuse. Fermo restando il fatto che io chiederò alla Procura che si vada ad aggiungere quest'ultima aggressione al fascicolo delle altre precedenti per le quali ho già chiesto che sia finalmente impedito, a chi riveste un ruolo pubblico e istituzionale, di interferire con la dignità ed il lavoro delle persone libere e per bene.
Distinti saluti.
Pasquale Cosentino

8. Pino Stillo, 21 marzo 17.11
Egregio Signor Pasquale Cosentino,
noto, con dispiacere, che continua, da parte sua, il solito astio e la consueta acredine mei miei confronti e non riesco a capirne i motivi,considerata la mia totale indifferenza mei suoi riguardi.
Comunque non ho intenzione alcuna di replicare alla sua lunga requisitoria perchè ritengo di avere problemi più seri con cui confrontarmi e preferisco dedicare il mio tempo alla famiglia ed al lavoro piuttosto che alle polemiche inutili in cui Ella ha sempre brilallato( basta leggere i tanti volantini e le tante pagine del giornale ufficiale di "Civitas" in cui si è divertita ad attaccari anche con l'utilizzo di caricature di pessimo gusto dal 2000 in poi!!!).
Non ho mai passato il mio tempo ad analizzare la sua vita pubblica o privata come invece ha fatto lei in questi anni.
Quando non sarò più impegnato in politica( a proposito metta in tempo utile una buona bottiglia di spumante in frigo per i festeggiamenti!!!) renderò pubbliche le tante angherie anonime subite in questi anni da me e dalla mia famiglia e che abbiamo sempre affrontanto in silenzio e con dignità.
Le giungano da parte mia auguri sinceri e senza alcun rancore.
Pino Stillo


9. Emanuele, 21 marzo 21.25
Ragazzi, ragazzi...... ma dico io, non mi vi posso lasciare soli un momento che subito a litigare... dai, è la settimana di Pasqua... cercate di essere più buoni... poi, se proprio non ci riuscite, vi potete sempre ignorare!
Vabbè, scherzi a parte, spero che la situazione si sia chiarita anche se, ovviamente, gli attriti restano.
Vi ringrazio per aver usato toni civili anche se duri e aspri e vi ricordo che questo spazio è sempre aperto al confronto.
Buona Pasqua ad entrambi... ed a tutti i nostri cari lettori.


martedì 15 gennaio 2008

Se danno i numeri...


Quanti sono i turisti che in questi anni, attirati sempre più dal rinascimento primaverista andreolese, hanno calcato i nostri lidi? I dati sembrano essere contrastanti. Vediamo perché:

"Sant'Andrea Jonio è un comune ad elevata vocazione turistica...che porta la popolazione da 2.500 abitanti a 15.000 presenze nel mese di Agosto..." (Maurizio Lijoi, "Il Quotidiano", 4 maggio 2004);

"A Sant'Andrea...ad agosto la popolazione passa da 2.000 a 20.000 persone..." (Pino Commodari, "Il Domani", 13 febbraio 2007);

"Il depuratore è sottodimensionato con la potenzialità massima di 20 mila abitanti mentre d'estate qui si arriva a 30.000 (nei tre comuni serviti dal depuratore N.d.A.)..." (Maurizio Lijoi, "Il Domani", 12 gennaio 2008);

"Vorrei proprio capire perché a Sant'Andrea che ha poco più di 2000 residenti l'ATO affibbia 9.000 presenze fluttuanti in 60 giorni..." (Maurizio Lijoi, "Il Domani", 12 gennaio 2008);

"La presenza turistica, superiore alle 200.000 unità, di cittadini che hanno scelto S.Andrea come luogo di vacanza...per l'alto gradimento..." (Volantino a firma: Sinistra Democratica-Rifondazione Comunista-DS, 4 settembre 2007).


"I calcoli devono essere fatti su dati reali, non fittizi" - ha infine pontificato il sindaco nell'articolo citato su "Il Domani" - "Mi piacerebbe proprio che la procura avviasse un'indagine..."

Forse, in questo caso, la procura non serve...la struttura a cui rivolgersi, pubblica o convenzionata, purché di qualità, probabilmente è un'altra...