sabato 9 gennaio 2010

Parole (e lamiere) al vento


Questo era l'annuncio del 28 aprile 2009, qui ripreso da SantandreaBlog, che vale la pena di leggere per intero: 
"L’obiettivo di lungo corso - raccontava lo spot - è quello di realizzare un Centro per il canto e per la musica popolare della Calabria magno-greca e luoghi della memoria etnografica” là dove adesso c’è la struttura della ex scuola media, in pieno centro storico. Per iniziare a rendere concreto questo progetto, al Comune di S.Andrea Jonio è stato concesso un finanziamento Apq di 500mila euro, con decreto del Dipartimento N. 8 Urbanistica e Governo del Territorio della Regione Calabria, N° 6642 del 24 aprile 2009, nell’ambito del bando pubblico per la selezione di interventi relativi a “Progetti Integrati per la riqualificazione, recupero e valorizzazione dei Centri Storici della Calabria” - Delibera Cipe 35/05 Apq “Riserva Aree Urbane” e Delibera Cipe 3/06 Apq “Emergenze Urbane e Territoriali”. Un bando al quale il Comune di S. Andrea ha partecipato assieme al Comune di Isca Jonio, San Sostene e Davoli, costituitisi per l’occasione in associazione di Comuni. Per gli altri paesi, i finanziamenti sono stati rispettivamente di 400mila euro per Isca e Davoli e di 430mila per San Sostene. Un totale, insomma, di un milione e 730mila euro. “Con questi 500mila euro – ha spiegato, estremamente soddisfatto, il sindaco Maurizio Lijoi, che ha seguito la pratica assieme all’assessore al turismo Christian Cosentino – potremo iniziare a recuperare quell’area urbana, realizzando un’opera importante per il nostro territorio, che va nella direzione di valorizzare il suggestivo borgo andreolese”. Il progetto complessivo – curato dall’ing. Francesco Papaleo – prevede il pieno recupero della struttura, con l’adeguamento degli spazi interni alle esigenze di quello che diventerà un vero e proprio centro al servizio della musica, anche con la realizzazione di un auditorium. Un’idea nata alla luce della presenza sul territorio andreolese di diverse associazioni che ruotano attorno al mondo della musica, popolare e non, che si muovono attraverso ricerche, manifestazioni e coinvolgono un numero sempre crescente di persone."

Non si tratta soltanto della consueta pubblicità ingannevole da cui siamo stati sommersi in questi anni (oasi naturalistiche, biblioteche interplanetarie, fiumare navigabili, lungomari a tre corsie, università dell'ambiente, accademie dell'olio ecc.). Non è solo l'ennesimo annuncio di fantomatici finanziamenti di cui non si vede poi l'esito. Sette mesi dopo questo spot, il "pieno recupero della struttura" è diventato una demolizione. Realizzata, a cantiere aperto, così:


Qui non siamo in un vicolo dimenticato e fuori mano. Siamo nell'unico punto ancora mezzo vivo del paese, nella piazza del municipio e delle scuole, del chiosco e del teatro. I bambini ci vanno a scuola e ci giocano di pomeriggio. I ragazzi più grandi ci passano le ore libere dopo cena. Lo hanno fatto anche in questi giorni di fortissimo vento, con questa roba sulle teste. Il sindaco, "estremamente soddisfatto", come recita lo spot, non se n'è accorto. Non se ne sono accorti i responsabili della scuola, gli assessori, i consiglieri, gli impiegati, i vigili urbani, i carabinieri, gli illustri dirigenti del sindacato che lotta per la sicurezza nel lavoro, e tutti gli altri, uomini di cultura, poeti, eroi, santi e navigatori, di passaggio.
Non è dato sapere se esistessero "canto" e "musica popolare" nella "Calabria magno-greca". Di sicuro, oggi, in questo lembo di Calabria, nel paese dove si inaugurano (e poi si chiudono) presunti centri di presunta protezione civile, una vergogna come questa è possibile. Anzi è normale. Sotto gli occhi, tra le orecchie, davanti alle bocche, cucite, di tutti. C'è un sacco di "memoria etnografica" a cui pensare, per preoccuparsi di guardare il presente.