domenica 30 aprile 2000

Le elezioni del 2000


Con le elezioni del 16 aprile 2000, gli stregoni professionisti della politica locale ripresero le posizioni che per qualche tempo avevano ceduto ai dilettanti e agli apprendisti. Nel 1995 alcuni di loro, travolti dalla grande crisi nella quale avevano gettato il Comune e i loro stessi partiti, chiesero soccorso ad alcune persone di buona volontà, nell’attesa di risalire la china. Altri si mossero verso un lungo cammino di opposizione preconcetta contro i primi, che ebbe molta risonanza nei “Fogli di Militanza Comunista” e nei “Quaderni Andreolesi” dell’epoca.
Nel 2000, comunque, i danni al Comune erano ormai riparati. La “casa comune” era ormai ristrutturata. Poteva, quindi, tornare ai veri padroni, che l’avevano data in gestione provvisoria giusto il tempo per riparare i disastri procurati e consentirne la ristrutturazione. Il vecchio sindaco Cosentino, del resto, si ostinava a considerare la legge sull’elezione diretta come qualcosa di serio, si rifiutava di passare dalle varie “botteghe oscure” per recepire “suggerimenti”, non riteneva che gli incarichi si danno o non si danno per "motivi politici", e non aveva rinunciato ad alcune sue vecchie fissazioni e metodi per i quali tanti notabili della grande politica andreolese e tanti ex depositari di privilegio, già in passato, si erano sentiti minacciati e fuori gioco. Era perciò diventato come quel famoso spettro di cui racconta un antico filosofo barbuto. E come nel racconto in questione, tutte le potenze del vecchio Sant’Andrea, neri per caso e neri da sempre, rossi per caso e rossi a convenienza, si allearono in una santa caccia spietata contro quello spettro.
La santa alleanza fece il miracolo: riunì, dopo anni di insulti irripetibili, i puri di Rifondazione e gli impuri DS, riconvertì Pino Stillo (velocissimamente ridiventato compagno), serrò le fila delle tre caste (preti, politicanti e ingegneri), sancì il comparaggio tra Sergio Genco e Maurizio Lijoi, che della lista di Ciccio Cosentino erano stati addirittura i presentatori ufficiali. Parigi val bene una messa! I veri padroni erano tornati. Sullo sfondo una massa desolatamente passiva e obbediente, incapace di aprire gli occhi e ancor più incapace di parlare e di agire.
Due documenti, prodotti alla fine di quella campagna elettorale da chi cercò di resistere, danno conto, meglio di ogni altra sintesi, del clima e della vera posta in gioco di quei giorni:


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ALZATE LA TESTA, UOMINI LIBERI!
Appello agli elettori di sinistra

Noi che siamo sempre stati di sinistra, che ci sentiamo delle persone e non dei numeri, che sappiamo sentirci rappresentati da un partito senza per questo smettere di ragionare con la nostra testa, noi, a vario titolo, difendiamo l’esperienza fatta con l’attuale amministrazione:

NON ACCETTIAMO

1) che due o tre persone continuino a considerarsi i padroni della sinistra andreolese;
2) che al chiuso, in privato, e tra pochi, siano decise le strategie che, a cose fatte, si chiede alla base di sostenere;
3) che si continui a considerare gli iscritti e i simpatizzanti della sinistra a Sant’Andrea come un gregge senza pensiero che deve essere guidato e che obbedirà sempre e comunque;
4) che si racconti oggi, come se niente fosse, tutto il contrario di ciò che si è raccontato ieri;
5) di essere manovrati da chi, perseguendo i propri disegni politici a livello locale, provinciale o regionale, non si fa scrupolo nello stravolgere la realtà;
6) che basti una tessera dell’ultimo momento per essere di sinistra.


DENUNCIAMO

1) l’insulto alla dignità del popolo della sinistra andreolese, ignaro di tutte le macchinazioni che hanno portato al voltafaccia senza spiegazioni nei confronti di una buona amministrazione e di una alleanza ricca di futuro;
2) che la gran parte dei militanti DS sono ancora oggi all’oscuro dei contenuti precisi della lettera con cui il PPI ha chiesto, senza ottenere, un incontro chiarificatore alla presenza dell’Amministrazione comunale in carica;
3) che si sono accettate supinamente le condizioni poste da chi, fino all’altro ieri, ci aveva soltanto insultato;
4) che le stesse persone che si sono arrogate il diritto di decidere per tutti, oggi bussano alle case per pretendere obbedienza.


INVITIAMO


tutti i compagni e tutti coloro che in qualche modo si sentono di appartenere alla sinistra andreolese ad assumere una ferma posizione in difesa della propria libera identità, per dimostrare che non è consentito a nessuno di fare della sinistra il proprio giardino di caccia, e a chiunque di issare la bandiera di sinistra per le sue personali battaglie.


Invitiamo ad alzare la testa e a votare da uomini liberi, confermando la fiducia a Ciccio Cosentino e alla compagine che lo sostiene.



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ANCORA UOMINI LIBERI

Perché non votiamo Iovene e Soriero

Alla Federazione di Catanzaro, l’Unione Regionale,
e la Direzione Nazionale dei Democratici di Sinistra

 Alla Federazione e al Coordinamento Regionale Calabria
dei Verdi

Alla Segreteria Provinciale, Regionale e Nazionale
Del Partito Popolare Italiano

Agli Onorevoli Nuccio Iovene e Pino Soriero
Ai Segretari DS e PPI
Di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio CZ

Dopo varie stagioni dominate da eventi poco edificanti (dissesto finanziario, scioglimento di un Consiglio Comunale, un’Amministrazione dimissionaria, 7 Commissari prefettizi, 3 Commissari ad acta, ecc.), il nostro Comune, Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, ha avuto, dal dicembre del 1995 all’aprile 2000, un’Amministrazione vera, seria e responsabile; un piccolo “ulivo locale”, formato dal PDS/DS, dal PPI e da Indipendenti, capace di far tornare normale un paese che non era più tale, e di guadagnarsi il rispetto di tante persone provenienti da altre esperienze culturali e politiche, mentre Rifondazione Comunista, all’interno del Consiglio Comunale, era impegnata allo spasimo, assieme alla Destra, in un’opposizione preconcetta e virulenta. Ma, a poco più di un anno dalle nuove elezioni comunali, lo scenario muta completamente. Da destra e da sinistra accorrono e si ritrovano tutti coloro che hanno interesse a sbarazzarsi del piccolo ulivo andreolese. Alle elezioni provinciali del 1999 si organizza il boicottaggio, e la conseguente liquidazione politica, del candidato DS, Segretario della locale sezione del partito, mentre il rappresentante dei Verdi, il cui gruppo consiliare era nato, nel corso del mandato, dalla stessa lista civica di Destra che aveva fatto nascere Forza Italia, raccoglieva oltre 500 voti su circa 1600 elettori. I manovratori diessini comprendono che è necessario un voltafaccia, e che è conveniente accettare le condizioni dettate da coloro che fino a quel momento li avevano soltanto insultati, mentre il PPI si lascia emarginare dimostrandosi incapace di qualunque reazione. I registi di questa operazione sono ben sicuri che la base non chiederà spiegazioni. Alla maggior parte degli iscritti e dei simpatizzanti si può chiedere oggi, in tutta tranquillità, l’esatto contrario di ciò che si è domandato ieri, senza fornire spiegazioni concrete, come frutto di una politica da sempre più funzionale agli scatti di carriera dei dirigenti che alla liberazione delle coscienze dei militanti.
Noi abbiamo già pronunciato un No in quell’occasione, come si vede chiaramente dallo “storico” volantino che precede (alzate la testa uomini liberi). Quel giorno i grandi capi si stracciarono le vesti, minacciarono la querela, si lamentarono per l’atto di lesa maestà. Venne confezionato un imbroglio, aggirando e raggirando la base, attraverso il quale i DS, più che riconquistare la guida del Comune, hanno firmato un impegno in bianco, allontanato da sé alcuni aderenti da sempre per affidarsi a gente diventata di sinistra in poche ore, gettato a mare un’esperienza ricca di futuro. Avremmo voluto che dalle Segreterie qualcuno spendesse una parola, dimostrasse la volontà di saperne di più. Non è stato così. Siete tornati dopo un anno, con la stessa arrogante indifferenza, a recitare il solo copione che siete disposti a conoscere, che è quello che i maggiorenti locali vi consegnano.
A queste condizioni, delle strette di mano di Iovene, Puccio, Soriero, non sappiamo che farcene. La nostra lettera di oggi dimostra che in tante realtà locali le ragioni di un impegno a sinistra continuano a dover esser cercate al di fuori dei partiti tradizionali così organizzati. Ed il bisogno di trasparenza e di lealtà cresce: siamo impegnati, assieme ad altre qualificate componenti, in un’Associazione per la politica locale, e difendiamo la nostra indipendenza. Non abbiamo bisogno di investiture, siamo fieri della nostra identità di sinistra, ma non riconosciamo padroni e santuari al di fuori dei quali non ci sarebbe salvezza. Ciascuno di noi troverà il proprio modo di dare, almeno nel proporzionale, il suo voto all’Ulivo e contro Berlusconi, ma nessuno di coloro che si considerano i proprietari della sinistra andreolese riceverà da noi una dote da spendere e da esibire altrove.

Sant’Andrea Jonio, 8 maggio 2001

Gerardo Frustaci
Pasquale Cosentino
Maurizio Strati
Andrea Frustaci
Vito Scino

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