martedì 3 maggio 2005

Penne di regime...


Potrà sembrare strano, un titolo così, riferito a Sant'Andrea Jonio. Parrebbe una di quelle questioni che si affrontano solo a "livello nazionale", "in generale", che riguardano quella politica nazionale così lontana e così poco "pericolosa", sulla quale la maggior parte degli andreolesi si sente autorizzata a chiacchierare senza correre rischi. Eppure l'espressione è presa dal celebre Foglio di Militanza Comunista, precisamente dal numero del 25 maggio 1997, pag. 3 (riquadro sotto), che, nell'occasione, blaterava di un famoso rimborso (sul quale avremo modo di tornare):


"[...] il Sindaco [...] si é affidato nelle domestiche mani di un solerte corrispondente [...]I nostri complimenti a Massimo Ranieri che con tale operazione si é guadagnato un posto d’onore nell’affollata schiera delle 'penne di regime'."

"A buon intenditor..." avrebbe poi scritto in uno storico articolo su "Il Domani" (22 giugno 2002) uno di questi gloriosi tribuni! Ma il giornalista in questione, di tanto generoso avvertimento non deve essersi curato. Ha continuato perciò per qualche anno a prendersi affettuosità varie ("onanismi" - venivano definiti i suoi articoli proprio dal FMC - "vangelo secondo Massimo", ecc.) e lettere di protesta e pressioni sul giornale. Tutte cose che alcuni ricordano benissimo, anche nel paese della memoria addomesticata. Finché la faccenda, dopo la presa del palazzo d'inverno, non ha avuto il suo vergognoso epilogo con una delibera che più sotto vedremo.
  
Qui non abbiamo Piazza del Popolo, e nemmeno un popolo, veramente. Perciò non possiamo organizzare manifestazioni per la libertà di stampa. Quello che possiamo fare, invece, è verificare se nel frattempo, dopo 10 anni di buongoverno illuminato, la schiera delle "penne di regime" è ancora una "affollata schiera" .

Ecco un esempio illuminante:


"A intervenire per primo nel dibattito - annota l'articolista Sara Dominijanni - è stato...Pino Commodari, il quale..." ecc. ecc. "A chiudere il dibattito - scrive più avanti -  è intervenuto il segretario...Sergio Genco..." 
La giornalista ci offre poi una sintesi delle dottissime prolusioni dei due illuminati, e riferisce che "la festa è proseguita con una grande spaghettata..." 

Chissà quanta ammirazione, mista a gelosia, avranno provato, nel leggere questo articolo, in tutti quei paesi del comprensorio dove si riesce a malapena a fare una cosa alla volta, dibattimento o spaghettata che sia! Peccato però che, in un paese reale, se un illustre oratore 'interviene per primo' e un altrettanto illustre oratore 'chiude' un 'dibattito' s'intende che in mezzo, tra i due, ci sia per l'appunto...un dibattito! Che invece c'è stato soltanto nella mente e nella frenesia celebrativa di chi ha scritto l'edificante resoconto, anche perchè "gli andreolesi riuniti fra divertimento e riflessione", in attesa degli spaghetti, erano più o meno quei dodici che riesce a inquadrare la foto. Dal che si deduce che una sciocchezza del genere assomiglia molto alla famosa barzelletta del corridore che si vantava di esser giunto al traguardo secondo omettendo di spiegare che era una corsa a due. E si potrebbe anche ridere, se non fosse che le barzellette sono, a Sant'Andrea, un bene estremamente inflazionato, e ci sia ormai veramente poco da ridere.

Ma eravamo partiti da un'altra storia. Che fine ha fatto poi il buon Massimo? Quello che scriveva "vangeli", praticava "onanismi", e "affollava le schiere"? Preso il palazzo d'inverno, i portatori del sol dell'avvenire non potevano che passare ai fatti:

Questo a lato è un riquadro dell'allucinante delibera 56/2002. Massimo, tra l'altro, si limitava nell'articolo in questione a riportare opinioni esposte (e firmate) in un volantino da altri. Per cui questa, al paese mio, si può chiamare in un solo modo: intimidazione. Ancor più grave perché non è l'unica, e perchè non si capisce chi ha pagato (e chi ha controllato) tutte le spese legali scaturite, in questo decennio, da delibere facili prodotte come scorciatoia per la propria lotta politica.