lunedì 28 dicembre 2009

I conti dei baroni...ovvero: cosa chiedere quando verranno a chiedervi il voto



"...In questi anni, tra molti passi in avanti, è maturata anche una novità di segno invece regressivo. Il termine privacy viene spesso utilizzato e brandito in modo strumentale per rifiutare la necessaria trasparenza in particolare delle amministrazioni pubbliche. Qualcuno chiede di conoscere gli stipendi pubblici o gli emolumenti di rappresentanti istituzionali? “Non si può perché c’è la privacy”. Si chiede di conoscere i nomi degli azionisti di una società? “Coperti dalla privacy”. [...]  Ovviamente in quasi nessuno di questi (e di molti altri) casi il richiamo alla tutela della riservatezza ha il minimo fondamento."
(Privacy e giornalismo, a cura del Garante per la protezione dei dati personali, II edizione aggiornata, pag. 44)
Se anche il Garante, dal suo punto di vista, sostiene tutto questo, allora non era tanto campata in aria la sfida (non raccolta) che ho lanciato, a suo tempo, sul Foglio di Militanza Comunista. Rileggiamola insieme perché forse contiene tante buone domande, che ciascuno può rivolgere innanzitutto a se stesso prima di scegliere come votare (se può permettersi il lusso di scegliere), a chi vuole essere votato, ma soprattutto a chi, dopo trent'anni, ancora vuole essere votato:

"[...] Voglio perciò fare [...] una di quelle proposte sulle regole del gioco che dovrebbero trovare facilmente d’accordo tutti. Propongo cioè di stabilire, come regola condivisa e irrinunciabile, che chi ha ricoperto, attualmente ricopre, o si candida a ricoprire ruoli pubblici e di responsabilità nella nostra comunità, debba certificare e dichiarare per iscritto:                                                                             1) L’esatto ammontare del proprio reddito mensile ed annuo, personale e per nucleo familiare, da qualunque fonte i redditi derivino, compresa ogni utile informazione sui beni immobili e sulle somme accantonate e/o investite;                                           2) Il percorso della propria carriera politica con l’indicazione esatta, secondo l’ordine cronologico, dei partiti e/o movimenti di cui si è fatto parte, nonché delle poltrone occupate a livello locale, comprensoriale, provinciale, regionale, comprese, oltre a quelle "istituzionali”, anche le poltrone per incarichi di partito a livello locale, comprensoriale, provinciale, regionale e nazionale; il tutto completato dall’esatta indicazione dell’ammontare delle rispettive gratifiche, stipendi, indennità, rimborsi, gettoni, buoni spesa e altro;                                                                                                        3) la partecipazione in consigli d’amministrazione o una qualsiasi qualità di socio in banche, aziende, società, associazioni, organizzazioni, unioni, fondazioni, gruppi, commissioni, progetti, ecc. con rispettivi compensi, rimborsi, detrazioni, o utili in chiaro; 4) Il proprio percorso professionale, compresa la certificazione che non ci sono stati "aiuti" in concorsi, nomine, graduatorie, assunzioni, promozioni e trasferimenti.                                               Questo metodo contiene in sé tre buone ragioni: prima di tutto una ragione di trasparenza che, a parole, vi dovrebbe stare molto a cuore; in secondo luogo, impedirebbe agli unici veri sultani di questo disgraziato paese di distribuire a loro piacimento beatificazioni e scomuniche. Terzo, ma non ultimo, consentirebbe a tutte quelle persone normali che non arrivano a fine mese, di regolarsi meglio, e in concreto, su chi li difende e chi li rappresenta [...]" 
(Pasquale Cosentino, FMC, 23 aprile 2007)


mercoledì 16 dicembre 2009

Un paese pacificato e tranquillo...



lunedì 14 dicembre 2009

L'Offensore Civico. Ovvero: dell'indennità di 'finzione'


Il Difensore Civico svolge il ruolo di garante dell’imparzialità e del buon andamento dell’Amministrazione Comunale a tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini. Segnala, di propria iniziativa, o su istanza, abusi, carenze, ritardi e disfunzioni dell’Amministrazione. Può chiedere notizie, documenti e convocare i dipendenti, accede agli atti dell’Amministrazione senza che possa essergli opposto il segreto, può sollecitare il riesame di atti o provvedimenti dell’Amministrazione viziati o irregolari. Ha il potere di stimolo dell’azione disciplinare nei confronti del responsabile del servizio per omissione, rifiuto e ritardo. Il Difensore Civico deve inoltre vigilare affinché a tutti i cittadini siano riconosciuti i medesimi diritti. Deve garantire il proprio interessamento a vantaggio di chiunque si rivolga a lui, ed essere disponibile per il pubblico nel suo ufficio almeno un giorno alla settimana. Presta giuramento di adempiere al mandato ricevuto nell’interesse dei cittadini e nel rispetto della legge. Rimane in carica 5 anni ed è rieleggibile una volta. Ha sede e ufficio presso la casa Comunale e si avvale di personale e mezzi dell’Amministrazione. Al Difensore Civico è corrisposta un’indennità di funzione il cui importo è determinato annualmente dal Consiglio Comunale. Presenta ogni anno, entro il 31 gennaio, la relazione relativa all'attività svolta nell'anno precedente, illustrando i casi seguiti, le disfunzioni, i ritardi e le illegittimità riscontrate e formulando i suggerimenti che ritiene più opportuni allo scopo di eliminarli. La relazione deve essere affissa all'albo pretorio, trasmessa e discussa entro 30 giorni in Consiglio comunale...ecc. ecc.
Così recita il regolamento comunale, e le leggi da cui è stato scopiazzato. Più originali e andreolesi, invece, sono i dettagli reali di questa piccola storia:
Dal 1995 al 2000, mentre si cercava di ricostruire il ricostruibile, sul Foglio di Militanza Comunista si condusse, con la consueta strategia fatta di slogan e di populismo, puntualmente aliena da ogni seria analisi dei bisogni reali (in altri post se ne forniscono illuminanti esempi), un'assordante campagna per la nomina di un difensore civico.
Ad aprile del 2000, ridivenuti maggioranza proprio quei sostenitori di tale basilare obiettivo, il difensore civico cadde nel dimenticatoio. Ovviamente i nuovi vincitori, portatori del sol dell'avvenire, non avevano certo bisogno di qualcuno che ne controllasse "abusi, carenze, ritardi", ecc. Senonché, passati 4 anni, l'opposizione di allora, su "Parrasuni", prese a ironizzare. Così apparve il Difensore Civico, il 16 marzo del 2004, giusto in tempo, in teoria, per fare almeno una relazione prima delle nuove elezioni. Avevano già scelto il loro candidato e lo comunicarono alla minoranza un attimo prima del voto. Civitas fece gli auguri e si astenne. Fu nominata la dott.ssa Manuela Palamara, andreolese d'origine ma, sostanzialmente, sconosciuta (eccetto che per gli amministratori), in un paese per lei sconosciuto.
Una sera la invitarono a bere un caffé nel mio "Bagdad Café". Mi presentai, le mostrai delle carte e le chiesi se non ritenesse di dover approfondire. Mi rispose candida: "non sono molto informata sulle cose del paese, sono qui solo di passaggio". E difatti non viveva in paese. Avrei voluto dirle: "e allora come cazzo fai a fare il Difensore Civico"? Eppure quella volta, con quella ragazza, non volli infierire. Il suo ufficio è poi svanito nel nulla, così com'era arrivato, senza ragioni e senza spiegazioni.
Le domande che invece rimangono in piedi, mi sembrano, nell'ordine, le seguenti:
  1. Serve, è mai servito, il Difensore Civico, in un comune piccolo come il nostro, o basterebbero amministratori intellettualmente onesti, trasparenti, e di buon senso?
  2. Perchè, e come, fu scelta una ragazza che non viveva e non aveva (giustamente) intenzione di vivere in paese?
  3. A quanto ammonta l'onorario, l'indennità di funzione, complessivamente percepito dalla dott.ssa Palamara?
  4. La dott.ssa Palamara ha mai seguito un caso, e risolto o affrontato una sola questione?
  5. Esistono in archivio, sono state affisse e discusse le relazioni annuali che le norme prescrivono?
Questa piccola storia, come quella dei celeberrimi sportelli “famiglia” e “servizi sociali”, e altre ancora più gravi, si mostra chiaramente per quello che è: un giochino demagogico e clientelare, condotto, ovviamente, sulle spalle degli andreolesi. Che subiscono il danno (la mancata soluzione dei problemi veri) e devono anche pagarsi la beffa. Come ebbero a scrivere gli stessi rifondatori del comunismo andreolese: "un teatrino...con tanto di burattini, burattinai, e pubblico pagante...costretto a fingere di divertirsi davvero..." (FMC 28.06.98, p.5)

domenica 13 dicembre 2009

Visita medica? Prenotala in (un altro) comune!


"Visita medica? Prenotala al Comune. Per prenotare una visita specialistica oggi non hai più bisogno di viaggiare. Con Cat@Hospital, se abiti in provincia di Catanzaro, basta esibire negli uffici del tuo comune di residenza l'impegnativa del tuo medico curante. Subito un addetto ti preciserà i tempi d'attesa previsti nelle strutture sanitarie di tutta la provincia e prenoterà la tua visita dove preferisci. In pochi minuti, senza spostamenti, senza attese, e senza alcuna spesa..."
Questo annuncia, da tempo, un sito della Provincia (http://www.catahospital.it/), che per altro riporta, oltre a quello delle farmacie private,  l'elenco dei comuni con il servizio attivo (http://www.catahospital.it/ELENCO_COMUNI.pdf).
Basta cliccare per accorgersi che c'è San Sostene, c'è Isca, Davoli, Badolato, e naturalmente tutti gli altri. Indovinate qual'è il paese dove in municipio hanno ben altro da fare?

"I progetti predisposti...stanno mutando profondamente il rapporto Comune-Cittadino. ci riferiamo al progetto di e-governament Panta Rei...ai servizi del Catasto, al Protocollo Informatico...al servizio on-line di Cat-Hospital, che consentirà le prenotazioni ospedaliere direttamente dal nostro Comune..."  (Primavera Andreolese, programma elettorale 2005, p.2)