lunedì 14 dicembre 2009

L'Offensore Civico. Ovvero: dell'indennità di 'finzione'


Il Difensore Civico svolge il ruolo di garante dell’imparzialità e del buon andamento dell’Amministrazione Comunale a tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini. Segnala, di propria iniziativa, o su istanza, abusi, carenze, ritardi e disfunzioni dell’Amministrazione. Può chiedere notizie, documenti e convocare i dipendenti, accede agli atti dell’Amministrazione senza che possa essergli opposto il segreto, può sollecitare il riesame di atti o provvedimenti dell’Amministrazione viziati o irregolari. Ha il potere di stimolo dell’azione disciplinare nei confronti del responsabile del servizio per omissione, rifiuto e ritardo. Il Difensore Civico deve inoltre vigilare affinché a tutti i cittadini siano riconosciuti i medesimi diritti. Deve garantire il proprio interessamento a vantaggio di chiunque si rivolga a lui, ed essere disponibile per il pubblico nel suo ufficio almeno un giorno alla settimana. Presta giuramento di adempiere al mandato ricevuto nell’interesse dei cittadini e nel rispetto della legge. Rimane in carica 5 anni ed è rieleggibile una volta. Ha sede e ufficio presso la casa Comunale e si avvale di personale e mezzi dell’Amministrazione. Al Difensore Civico è corrisposta un’indennità di funzione il cui importo è determinato annualmente dal Consiglio Comunale. Presenta ogni anno, entro il 31 gennaio, la relazione relativa all'attività svolta nell'anno precedente, illustrando i casi seguiti, le disfunzioni, i ritardi e le illegittimità riscontrate e formulando i suggerimenti che ritiene più opportuni allo scopo di eliminarli. La relazione deve essere affissa all'albo pretorio, trasmessa e discussa entro 30 giorni in Consiglio comunale...ecc. ecc.
Così recita il regolamento comunale, e le leggi da cui è stato scopiazzato. Più originali e andreolesi, invece, sono i dettagli reali di questa piccola storia:
Dal 1995 al 2000, mentre si cercava di ricostruire il ricostruibile, sul Foglio di Militanza Comunista si condusse, con la consueta strategia fatta di slogan e di populismo, puntualmente aliena da ogni seria analisi dei bisogni reali (in altri post se ne forniscono illuminanti esempi), un'assordante campagna per la nomina di un difensore civico.
Ad aprile del 2000, ridivenuti maggioranza proprio quei sostenitori di tale basilare obiettivo, il difensore civico cadde nel dimenticatoio. Ovviamente i nuovi vincitori, portatori del sol dell'avvenire, non avevano certo bisogno di qualcuno che ne controllasse "abusi, carenze, ritardi", ecc. Senonché, passati 4 anni, l'opposizione di allora, su "Parrasuni", prese a ironizzare. Così apparve il Difensore Civico, il 16 marzo del 2004, giusto in tempo, in teoria, per fare almeno una relazione prima delle nuove elezioni. Avevano già scelto il loro candidato e lo comunicarono alla minoranza un attimo prima del voto. Civitas fece gli auguri e si astenne. Fu nominata la dott.ssa Manuela Palamara, andreolese d'origine ma, sostanzialmente, sconosciuta (eccetto che per gli amministratori), in un paese per lei sconosciuto.
Una sera la invitarono a bere un caffé nel mio "Bagdad Café". Mi presentai, le mostrai delle carte e le chiesi se non ritenesse di dover approfondire. Mi rispose candida: "non sono molto informata sulle cose del paese, sono qui solo di passaggio". E difatti non viveva in paese. Avrei voluto dirle: "e allora come cazzo fai a fare il Difensore Civico"? Eppure quella volta, con quella ragazza, non volli infierire. Il suo ufficio è poi svanito nel nulla, così com'era arrivato, senza ragioni e senza spiegazioni.
Le domande che invece rimangono in piedi, mi sembrano, nell'ordine, le seguenti:
  1. Serve, è mai servito, il Difensore Civico, in un comune piccolo come il nostro, o basterebbero amministratori intellettualmente onesti, trasparenti, e di buon senso?
  2. Perchè, e come, fu scelta una ragazza che non viveva e non aveva (giustamente) intenzione di vivere in paese?
  3. A quanto ammonta l'onorario, l'indennità di funzione, complessivamente percepito dalla dott.ssa Palamara?
  4. La dott.ssa Palamara ha mai seguito un caso, e risolto o affrontato una sola questione?
  5. Esistono in archivio, sono state affisse e discusse le relazioni annuali che le norme prescrivono?
Questa piccola storia, come quella dei celeberrimi sportelli “famiglia” e “servizi sociali”, e altre ancora più gravi, si mostra chiaramente per quello che è: un giochino demagogico e clientelare, condotto, ovviamente, sulle spalle degli andreolesi. Che subiscono il danno (la mancata soluzione dei problemi veri) e devono anche pagarsi la beffa. Come ebbero a scrivere gli stessi rifondatori del comunismo andreolese: "un teatrino...con tanto di burattini, burattinai, e pubblico pagante...costretto a fingere di divertirsi davvero..." (FMC 28.06.98, p.5)