La vera omertà è quella di chi non vuole vedere come sono le cose. (Roberto Saviano)
In partibus infidelium
Li conoscevamo, eppure non è stato possibile evitarli. A ben guardare sono in azione da decenni, si trasmettono e conservano il potere, prosperano in un paese che ottusamente si spegne, tra cerimonie, chiacchiere, scampanii, e fuochi d'artificio. Dopo una breve e necessaria parentesi, sono riapparsi nel 2000 per riprendere possesso del Comune che avevano ceduto in "gestione provvisoria" giusto il tempo per riparare i danni procurati e consentirne la "ristrutturazione". Nella loro ultima maschera, il simbolo scelto mostrava una mareggiata sotto le tre fontane. Un alluvione li ha accolti nel 2000 e salutati, nelle stesse condizioni, dieci anni dopo. Si sono autoproclamati "tsunami" dopo il secondo plebiscito nel 2005. E difatti hanno finito di rovinare il paese, ma usando il nome di "Primavera Andreolese". Perchè oltre al danno, il vero potere sa disporre anche le beffe.
Hanno l'interesse e la necessità di gestire interamente non solo i bilanci e gli assetti, ma anche l'immaginario e la memoria di questo piccolo paese moribondo. Distribuiscono quindi, con cura, beatificazioni e scomuniche, feste, forca e farina, a seconda dei casi. Rendono le loro finzioni più credibili della verità, impongono le loro filastrocche e i loro luoghi comuni, si mostrano potenzialmente vendicativi e si fanno temere, e consegnano alle cronache, e alla ripetizione in perpetuo, l'esatto contrario di ciò che è realmente accaduto. Di norma molto agevolmente, facendo leva su generali propensioni (alla credulità, alla passività conservatrice, al rovesciamento) mortifere e innaturali, ma vantaggiosissime, e perciò magistralmente coltivate. Così edificano i propri mausolei, accrescono e dimostrano la loro forza. Mentre, ai piedi del loro gioioso banchetto, il cosiddetto popolo arranca ed aspetta, col cappello in mano, una briciola, una promessa, un po' di quella "coglionetta" nutriente quanto l'aria.
Rendere questa testimonianza finale era necessario. Qualsiasi pretesa di totalità, l'arroganza di chi crede di poter proiettare per sempre, sul fondo della caverna, giochi di ombre che tutti scambieranno per la realtà, è inaccettabile, anche nell'ambito ristretto e misero di un paesino.
D'altra parte, chi ha voluto vedere, in tutto questo tempo, ha visto. Gli esempi scelti, tuttavia, e una serie di rimandi e collegamenti a documenti e fatti di questi anni, si offrono soprattutto a quanti hanno avuto l'intelligenza e il coraggio di andare a vivere fuori, e quindi sanno bene qual è la differenza tra il buio della caverna ed il sole delle società aperte e della vita che si rinnova e che cambia. Ma possono tornare utili anche in paese, a quei pochi che non accettano di belare in coro, col resto del gregge. Possono servire, infine, persino a loro, ai furbetti del paesino. Perché la rabbia di non essere riusciti a convertire proprio tutti, in qualche modo, può essere un freno rispetto al totale delirio.
In fondo è proprio quando tutti diventano fedeli, che si avverte la necessità di qualcuno che sia disposto a rimanere infedele.
AVVISO: questo spazio continua ad essere aggiornato assegnando ai documenti la loro data reale. Non è detto, pertanto, che i contributi inseriti più di recente siano necessariamente in cima o in prima pagina.